Il Simbolo
Nel mondo animale in generale l’istinto alimentare e quello riproduttivo sono i cardini della sopravvivenza. Per l’uomo le cose sono più complesse e articolate visto che può rinunciare al cibo (digiuni rituali, anoressia) e al sesso (castità) in favore di un ideale di vita che tende alla sublimazione del suo lato istintuale. Nella sessualità c’è l’incontro con l’Altro, con la polarità opposta, così che possa ricrearsi nella fusione fisica e emotiva un intero. L’atto sessuale è quindi una metafora e una manifestazione del mitico androgino, dell’uomo-donna primordiale che troviamo in quasi tutte le tradizioni e che simboleggia il superamento degli opposti. In questo senso l’orgasmo rappresenta, oltre il momento del massimo piacere fisico, soprattutto la modalità in cui l’individuo “esce” da se stesso, dalla coscienza ordinaria, per unirsi a una dimensione più allargata in cui la solita percezione di sé trascende ed è per questo che chi è impaurito da questo “salto”, da questo perdersi, da questo cambiare profondamente il proprio stato di coscienza e il proprio corpo non riesce a raggiungere questo culmine.
L’anorgasmia sia femminile che maschile riconosce spesso questo vissuto che può anche essere dettato dall’insicurezza che il partner trasmette, oppure, contemporaneamente, esprimere una inadeguatezza nei confronti di se stessi o dell’altro. Cercando, quindi, di essere comunque all’altezza della situazione si tiene tutto sotto controllo che è di segno contrario al raggiungimento della soddisfazione sessuale.
Tra i disturbi più evidenti e peggio vissuti dall’uomo c’è sicuramente l’impotenza ( deficit erettivo) che, quando ha, come nella maggior parte dei casi, un’origine psichica, turba ancora di più perché diventa “inspiegabile”. Può rappresentare la modalità maschile di astenersi da un pericoloso coinvolgimento o di evitare un sesso vissuto come aggressivo o distruttivo. Se si verifica precocemente può essere sinonimo di una scarsa padronanza della propria identità sessuale.
Anche l‘eiaculazione precoce, abbreviando i tempi di contatto, è sinonimo di evitamento e/o aggressività.
I disturbi femminili hanno come sfondo il timore legato al contatto e alla penetrazione. Non rendendo attuabile il rapporto sessuale e il coinvolgimento, il corpo della donna sceglie di non “sentire” (assenza di desiderio, frigidità), di negare la penetrazione (vaginismo), o di negarsi il piacere (anorgasmia). Per non dimenticare le varie paure (maternità, corpo non accettato, aggressività verso il partner). Questi disturbi femminili e maschili possono facilmente presentarsi in momenti di disaccordo o di insoddisfazione della coppia, oppure in momenti delicati di passaggio o di trasformazione come la gravidanza o la menopausa.
La sessualità può rappresentare una delle più potenti energie trasformative ed evolutive del corpo e della personalità di ognuno, mettendo in profonda comunione se stessi con l’altro. Se la trasformazione non viene accettata anche la sessualità viene rifiutata per non dover fare i conti con se stessi e con l’elaborazione di questa trasformazione. Non mettendosi sessualmente alla prova non si rischia il fallimento o non ci si coinvolge in un rapporto che può risultare trasformante e che perciò intimidisce.
Bisognerebbe saper accettare i propri limiti e le proprie debolezze, i propri lati oscuri e, soprattutto, ammettere i propri timori senza trincerarsi dietro atteggiamenti di negazione o di fuga.
L‘eiaculazione precoce è una modalità di difesa tipicamente maschile nei confronti di una sessualità temuta. Riducendo il tempo del rapporto sessuale con la partner fino ad impedirlo totalmente può, da un lato, avere un significato aggressivo nei confronti della donna che viene vissuta come troppo esigente e competitiva in tutti i campi, dall’altro è una vera e propria fuga dall’ansia legata al rapporto sessuale. Sono uomini ansiosi, con una mentalità razionale che li spinge a programmare e a controllare gli eventi e i comportamenti futuri seguendo la logica invece di seguire le loro sensazioni e i loro vissuti, Questo li porta più a preoccuparsi del domani, del futuro trascurando le occasioni e le sensazioni del presente. Sono dominati dal tempo che fugge, e, non potendo prevedere l’imprevedibile, né potendo ricondurre le loro emozioni sui binari della logica, finiscono per farsi sbilanciare da tutto quello che esce, anche di poco, dalla loro originaria impostazione mentale. Dovrebbero mutare atteggiamento nei confronti del tempo gustando le cose durante il loro svolgimento senza pensare al dopo, al futuro. I disturbi ricorrenti o cronici della sfera femminile li troviamo in donne che hanno un atteggiamento problematico verso la sessualità. Esperienze negative, traumi o timori più o meno consapevoli legati all’educazione, possono essere alla base di ciò. I disturbi più frequenti vanno dal disinteresse o dal disgusto nei confronti del coinvolgimento fisico, ai rapporti difficoltosi o dolorosi (dispareunia), alla mancanza di orgasmo (anorgasmia), fino a vere e proprie situazioni organiche come le vaginiti ricorrenti o croniche. In adolescenza e in menopausa è più facile riscontrare disturbi inerenti alla sfera genitale. Le donne hanno molte volte timori nei riguardi dell’immagine e della sicurezza di sé, della conoscenza e dell’accettazione del proprio corpo e delle sensazioni che questo corpo comunica che si può tradurre in un difficile rapporto con il corpo e con i desideri sessuali del proprio uomo che possono essere vissuti con un senso di inadeguatezza e con un più o meno inconscio rifiuto.