Il desiderio  di perpetrare sofferenza fisica o psicologica per trarne piacere sessuale è definito sadismo sessuale. Cosi come il piacere derivante dalla sottomissione, dalla sofferenza e dalla umiliazione per raggiungere  il piacere sessuale si chiama masochismo sessuale. I termini risultano avere un aggravante altamente patologica qualora il partner non gradisce tali pratiche ed è vittima partecipante non consenziente.
Vivere  un infanzia violenta sia fisicamente che emotivamente può generare l’insorgere di tali parafilie. Le conseguenze investono sia lo sviluppo psico-relazionale, sia l’autostima che della sfera sociale. Il termine sadismo deriva dal nome del marchese Desade, mentre il masochismo dal romanziere austriaco Vonsachermasok che descrisse in un suo romanzo tale comportamento.I dati ci dicono che il sadomasochismo è prevalentemente maschile e che c’è una prevalenza di masochisti rispetto ai sadici.
In una ricerca condotta in Finlandia da Sandnabba, su 164 uomini di età compresa fra i 21 ed i 51 anni, frequentatori di locali sadomaso, si è visto che l’88% di loro praticava sesso tradizionale prima di dedicarsi ad attività sadomasochista, e che l’età media in cui avevamo preso Il desiderio di perpetrare consapevolezza di questi desideri era intorno ai 18-20 anni, la prima esperienza intorno ai 21-25 anni.
Pare che la preferenza sadica o masochista può cambiare nel corso della vita: in genere passando dal masochismo al sadismo, perché generalmente chi prova piacere nel maltrattare gli altri, gode anche nell’immedesimarsi nella sofferenza della vittima.
Quindi, punendo l’altro, il carnefice, punisce in realtà sé stesso. Il masochismo invece viene spiegato con un bisogno di arrendersi di fronte alle richieste sociali di prese di posizione e di responsabilità, pare infatti, che siano spesso gli uomini potenti a cercare questa forma di soddisfazione, oppure una dimostrazione di forza nel riuscire a sopportare il dolore, da parte di chi ha bisogno di avere questo tipo di conferme per la sua autostima.