Voyeurismo
La peculiarità dei voyeur è che la loro azione è passiva, ed il loro piacere deriva dal fatto che violano l’intimità dei soggetti che osservano, non hanno alcun bisogno di entrare in contatto con le loro vittime per soddisfarsi. Mai come nella società odierna tale parafilia e calzante al pubblico televisivo medio, difatti si pensi ai vari talk show.
La cultura del voyeurismo è un post criticabile, e vagamente fuori tema.
Il voyeurismo non è necessariamente una parafilia, una forma patologica di sessualità, ma diviene metafora dell’immaginario collettivo del tempo. La forma patologica invece risiede nell’atteggiamento esclusivista del soggetto a provare soddisfazione mediante tale pratica, provocando danni o limitazioni alla sua vita di relazione e/o svolgendosi nei confronti di soggetti non consenzienti. Non si devono nemmeno confondere pornografia e voyeurismo: la pornografia rappresenta in modo osceno (nella normale accezione del senso del pudore) manifestazioni sessuali e chi si esibisce è conscio di quello che sta facendo e retribuito mentre, nel caso del voyeurismo, la vittima è inconsapevole.
Il voyeurismo vero risiede come anzi detto, drammaticamente altrove, nei mass media che propinano oscenità e morbosità creando un senso di dipendenza quotidiano ai fruitori di tali messaggi, sicché ognuno di noi ricerca inconsapevolmente la propria dose giornaliera di morbosità, prescindendo dalla connotazione più o meno esplicita e sessuofobica della stessa. Orbene in quest’ottica può risultare estremamente riduttivo parlare del classico voyeurismo dei pervertiti, poiché rispetto alla cultura dominante i primi seppur più palesemente condannabili dovrebbero senz’ altro impallidire.