Disturbo Ossessivo Compulsivo
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni clinicamente rilevanti e persistenti. L’ossessione, che deriva dalla parola latina “obsidére” (assediare, bloccare, mantenere occupato), è una rappresentazione mentale di diverso tipo un’immagine, un’idea, un pensiero, un impulso, una paura che ha le seguenti caratteristiche formali:
- si immette nelle catene associative, contro la volontà del paziente, in modo iterativo, stereotipo e persistente (psichismo parassita);
- è oggetto di continua rimurginazione da parte del soggetto;
- è riconosciuta dal soggetto come patologica: egli sa che è una rappresentazione della sua mente, ma non la riconosce come appartenente al suo patrimonio ideo-affettivo (ego-distoniche);
- è vissuta sempre con angoscia, spesso con ribrezzo e senso di colpa, perché anche se riconosciuta come insensata, stravagante, ridicola o eccessiva, può essere contemporaneamente sentita come immorale, indecente o criminale. Il soggetto cerca di cacciarla dalla mente con ogni sforzo, ma inutilmente (psichismo di difesa).
La compulsione, dal latino “compellere” (costringere), chiamata anche anancasmo, dal greco “ananke” (violenza, costrizione, necessità di natura, fato, destino), è un comportamento ripetitivo o un’azione mentale, molto spesso a carattere simbolico, che ha lo scopo di opporsi fantasticamente agli effetti dei vissuti ossessivi e a prevenirne o a ridurne il disagio (cerimoniali di difesa). In altre parole, il paziente cerca nel rituale un compromesso, una sorta di relazione magica di potere con il suo mondo interno ed esterno. In certi casi il rituale è estremamente complesso costituendo un vero e proprio cerimoniale, dai tratti caricaturali, a volte grotteschi.
Tipi di ossessioni e compulsioni
La semiologia delle ossessioni e delle compulsioni è vasta e variegata potendo coesistere o alternarsi nel tempo più tipi di ossessioni e compulsioni. Si distinguono quattro forme cliniche maggiori:
I washers: il disturbo è caratterizzato da rituali di lavaggio con ossessioni fobiche di contaminazione.
Si osserva maggiormente nel sesso femminile. Le ossessioni fobiche riguardano per lo più il timore dello sporco, dei germi, dei contaminanti tossici, degli agenti cancerogeni, delle radiazioni.
I rituali di pulizia (“neutralizzazione”) costringono, molto spesso, il paziente ad attività ripetitive di lavaggio e disinfezione anche più volte al giorno.
I checkers: il disturbo è caratterizzato da ossessioni dubitative e di indecisione con compulsioni di controllo. Si osserva maggiormente nel sesso maschile.
Le ossessioni dubitative riguardano per lo più il timore di non aver eseguito correttamente incombenze quotidiane, il timore di far del male a sé o ad altri, o di dire e/o fare cose imbarazzanti. I rituali di controllo costringono il paziente a continue ed estenuanti verifiche, nonché a minuziose ricapitolazioni di quanto è stato fatto o detto nel corso della giornata.
I pure obsessive: il disturbo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni che si presentano isolate in assenza di compulsioni.
Le idee ossessive sono prevalentemente di tipo aggressivo, sessuale o religioso.
Lentezza primaria: il disturbo, in tal caso, è caratterizzato dall’assenza di ossessioni, compulsioni ed incisivi stati d’ansia.
Ogni azione quotidiana del paziente è pervasa da un’estrema lentezza: ore per fare colazione, rasarsi, vestirsi, lavarsi, nonché per ogni altra minima attività quotidiana.
Oltre a questi cluster psicopatologici classici esistono altre forme cliniche quali:
Ruminativi: il paziente trascorre la maggior parte del tempo rimuginando su questioni generiche, irrisolvibili, molto spesso a carattere filosofico e religioso, etico, sociale. Tali pensieri non pervengono quasi mai a una conclusione, causando, così, nel soggetto un grave disagio e una forte insofferenza.
Frequenti sono i sentimenti di incompletezza e insoddisfazione e gli scrupoli.
Hording: ossia chi tende ad accumulare: i soggetti non riescono a gettare nulla e accumulano, per esempio, montagne di oggetti e vecchie riviste.
Alcuni pazienti presentano ossessioni e rituali numerici generalmente associati a ripetitività, necessità di ordine e simmetria.
Una piccola percentuale di pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo presenta una totale mancanza di insight, ossia una resistenza alle ossessioni pressoché nulla o talmente radicata da costituire il problema dominante e da assumere una modalità “delirante”.
Decorso
Si possono riscontrare quattro tipi di decorso della malattia:
- Il decorso cronico ingravescente, che rappresenta la forma clinica più grave. Sin dall’esordio, in questi casi subdolo e insidioso, il disturbo si caratterizza per una graduale progressione verso i livelli più gravi di patologia (decorso cronico con deterioramento). Frequente è la compromissione della capacità di insight.
- Il decorso cronico stabile, che è una forma clinica grave seppure un po’ meno della precedente. L’andamento clinico tende ad essere stabile senza oscillazioni significative.
- Il decorso fluttuante, che presenta un decorso cronico seppure caratterizzato da ampie oscillazioni della sintomatologia. La remissione della sintomatologia, che si osserva in alcuni periodi, non è mai completa.
- Il decorso episodico: questa forma, che viene anche definita “decorso fasico”, è caratterizzata dalla completa e assoluta remissione dei sintomi dopo un episodio del disturbo. E’ caratterizzato da un’insorgenza più tardiva, mostrando una maggior prevalenza nel sesso femminile e una maggior sensibilità all’azione degli SSRI.
L’evoluzione è tipicamente cronica, con un decorso del disturbo medio di 7,2 anni e solamente il 30 per cento dei disturbi ossessivi-compulsivi esaminati nella popolazione generale presenta una remissione prima di 1 anno. Il DOC è più frequente nei soggetti separati, divorziati e in coloro che sono rimasti senza un impiego almeno per 6 mesi; inoltre la prevalenza del disturbo tende ad aumentare notevolmente nei soggetti in carcere (8,3 per cento) e negli ospedali psichiatrici (20,9 per cento).
Da studi effettuati è emerso che fattori familiari e genetici hanno una forte rilevanza sul disturbo ossessivo-compulsivo, anche se non è ancora certo l’influsso degli effetti culturali e comportamentali sul disturbo stesso. Recenti studi hanno dimostrato che il 20-25 per cento dei parenti di primo grado di pazienti ossessivi compulsivi presentano anch’essi un DOC.